
Qui di seguito pubblichiamo le OSSERVAZIONI inviate in data odierna dai comitati alla Regione Toscana:
Comitato Emergenze Ambientali – Legoli
Movimento Tutela Ambiente e Territorio – Montefoscoli
Comitato Tutela Ambientale Alta Valdera – Peccioli
Peccioli, 10 febbraio 2016
Regione Toscana
Settore VIA – VAS
Opere pubbliche di interesse
strategico regionale
regionetoscana@postacert.toscana.it
OGGETTO: Richiesta di nuovi codici CER per la discarica di Legoli (Peccioli) – Osservazioni
In merito alla richiesta da parte di Belvedere S.p.A. di nuovi codici C.E.R. per la discarica di Legoli (Peccioli), si osserva quanto segue.
OSSERVAZIONE N.1
Il provvedimento con cui la Provincia di Pisa autorizzò l’ampliamento della discarica di Legoli al termine della procedura di VIA (D.D. n.2587 del 20/06/2012) respinge categoricamente l’originale richiesta del proponente di poter conferire in discarica rifiuti speciali, ancorché non pericolosi. L’esclusione degli speciali non fu una mera scelta di opportunità politica, sebbene sollecitata dal Consiglio Provinciale con mozione n.45 del 23/06/2011. La scelta scaturì dalla complessiva valutazione d’impatto ambientale che portò all’ampliamento, come affermato inequivocabilmente dal dirigente dell’Ufficio Ambiente della Provincia. Tra le risposte alle osservazioni pervenute a tale Ufficio (Appendice 1 al Rapporto Istruttorio, allegato alla D.D. n.2587/2012, pag.3/52) troviamo infatti la seguente:
“2.5 Si ribadisce che la discarica non sarà autorizzata alla gestione di rifiuti speciali, come richiesto dal proponente, se non le tipologie sopra richiamate utilizzate esclusivamente come materiali tecnici. La volumetria autorizzata è stata appunto calcolata sulla base delle effettive necessità di smaltimento dei soli rifiuti urbani (compresi gli scarti provenienti dagli impianti di selezione dei RU)”
La richiesta in oggetto è un atto spontaneo del gestore, che non risponde ad alcuna necessità impiantistica d’ambito né tanto meno regionale. Se dunque tale richiesta venisse accolta senza un’ulteriore complessiva valutazione delle eventualmente mutate necessità di smaltimento, la volumetria a suo tempo autorizzata rischierebbe di risultare insufficiente, compromettendo l’equilibrio del sistema regionale di gestione del ciclo dei rifiuti.
Il fatto evidenziato nella richiesta di Belvedere, che la capacità in ingresso all’impianto TMB (realizzato successivamente in bocca di discarica) sia inferiore alla capacità complessiva di conferimento autorizzata con VIA, non è di per sè garanzia che la discarica abbia margini ulteriori per conferire rifiuti differenti da quelli urbani, per due ragioni.
La prima è che parte dei rifiuti urbani conferiti a Legoli, indipendentemente ed anche prima della realizzazione del TMB, sono comunque trattati e stabilizzati altrove. Dunque, non necessitando del passaggio attraverso il TMB stesso, tale impianto non costituisce necessariamente il collo di bottiglia del flusso in ingresso alla discarica.
La seconda ragione riguarda il computo eccessivamente semplicistico che il gestore presenta per giustificare il surplus di capacità della discarica. La volumetria autorizzata dalla Provincia, infatti, non è collegata meccanicamente ai flussi temporali in ingresso. Se anche la quantità annua di rifiuti urbani conferibili in discarica fosse diminuita a causa del TMB (fatto non dimostrato) da ciò non se ne potrebbe necessariamente dedurre che la volumetria autorizzata con VIA non sia ancora indispensabile al sistema complessivo di smaltimento dei rifiuti urbani, né si potrebbe dedurre che tale volumetria non possa essere utilizzata in un periodo temporale più esteso, con eguale beneficio per il sistema di gestione degli RSU.
Ad avvalorare la nostra tesi è il fatto che la D.D. della Provincia di Pisa n. 4738 del 13‐11‐2014, con la quale Belvedere S.p.A. è stata autorizzata alla realizzazione e alla gestione dell’impianto TMB, non identifica nella limitata capacità di quest’ultimo alcun elemento di criticità per la funzione che la pianificazione d’ambito attribuisce alla discarica di Legoli.
Per tali ragioni si ritiene indispensabile assoggettare la richiesta in oggetto ad una nuova procedura di VIA, che valuti accuratamente il mutato scenario di flussi di RSU e l’eventuale extra-capacità della discarica di Legoli. Competerà poi agli organi politici regionali, al di là degli scopi della VIA stessa, valutare se questa eventuale capacità debba essere sfruttata.
OSSERVAZIONE N.2
Per quanto concerne gli aspetti geologici complessivi del comparto territoriale interessato dall’impianto di smaltimento si osserva che il sito è inadeguato sia per gli scopi attuali sia per il possibile utilizzo come deposito di rifiuti speciali, risultando fonte di rischio per l’integrità degli acquiferi presenti localmente nel sottosuolo, come precedentemente messo in evidenza (si vedano le osservazioni da noi presentate nel dicembre 2011, prot. 333997 del 05/12/2011).
A tal proposito sono state raccolte ulteriori informazioni di carattere geologico-ambientale fornite da uno studio pubblicato sulle Memorie degli Atti della Società Toscana di Scienze Naturali nel 1998 (Atti Soc. tosc. Sci. nat., Mem. Serie A, 105, 1998, pagg. 99-111), che alleghiamo.
La pubblicazione sopra indicata è intitolata “Studio del clima e dei caratteri idrologici delle argille plioceniche presso Podere Nuovo (Montecatini Val di Cecina) in funzione dell’impatto di una discarica sull’ambiente” redatta da M. Falcini e S. Vittorini (in quel periodo ricercatori del Centro di Studi per la Geologia Strutturale e Dinamica dell’Appennino, Pisa) nell’ambito di un progetto C.N.R. denominato “Tecnologie innovative per il controllo dell’inquinamento da scorie e rifiuti industriali, comprese le tecniche di riciclaggio”.
L’area in esame (tra Montecatini V. di Cecina e Saline di Volterra) è ubicata 20 km circa in direzione sud rispetto alla discarica di Legoli, in un contesto geologico-ambientale confrontabile. Lo studio, a partire dalle relazioni tra fattori antropici e naturali come agenti di modellazione morfologica, e considerando l’analisi granulometrica delle argille plioceniche coinvolte, la situazione geostrutturale dell’area, il clima, il bilancio idrico-climatico, nonché specifiche prove di permeabilità, analizza quali potrebbero essere le problematiche connesse all’eventuale realizzazione di una discarica nel contesto geologico locale. Rimandando al testo completo (in allegato) per i dettagli, lo studio mette in evidenza alcune problematiche di rilevante interesse anche per il sito di Legoli. Di seguito i punti principali:
• presenza di una fitta rete di fratture, nascoste da uno strato superficiale alterato, coinvolgente le argille plioceniche, correlabile ai lineamenti tettonici di tipo distensivo ancora attivi in questo settore; tali strutture sono di difficile individuazione in presenza di litotipi argillosi;
• le fratture di contrazione che si formano in superficie per la riduzione di volume dell’argilla nei periodi secchi consentono un maggiore assorbimento dei fluidi connesso ad un agevolato deflusso ipodermico;
• la possibilità che precipitazioni brevi e intense, a causa del letto impermeabilizzato della discarica, possano innescare tracimazione e diffusione nell’ambiente di sostanze inquinanti che trasportate al di fuori del settore impermeabilizzato, o penetrando al di sotto dello strato protettivo degradato, possono essere direttamente assorbite dal sistema di fratture e raggiungere gli acquiferi sosttostanti;
• le argille plioceniche, nonostante la potenziale impermeabilità, assumono, a causa delle fessure superficiali beanti, che si formano nella porzione alterata per le variazioni di umidità, e della presenza di sistemi di frattura, una permeabilità secondaria con innesco di deflusso ipodermico e conseguente modifica dell’idrologia superficiale; le acque meteoriche sono portate a defluire nello strato alterato e nelle fessure generando vie preferenziali di scorrimento e raggiungere in breve maggiori profondità intercettando le falde profonde;
• le prove di permeabilità condotte in situ sulle argille fratturate dell’area in studio (Podere Nuovo) ha fornito valori del coefficiente di permeabilità: 1,37*10-5 < K < 1,03*10-4 cm/s di due unità di grandezza superiore a quello generalmente citato in letteratura per le argille.
Sulla base dei dati sopra riportati relativi a zone geologicamente confrontabili con l’area di Legoli, considerando le precedenti osservazioni geologiche depositate (che evidenziavano la presenza di madornali errori nella stesura della carta geologica di base e nell’interpretazione dell’assetto geologico-stratigrafico e tettonico del sottosuolo dell’area della discarica di Legoli, e in cui si faceva richiesta di un approfondimento di indagine con esecuzione di ulteriori sondaggi profondi strategicamente ubicati, in modo da chiarire in maniera esaustiva la struttura stratigrafico-tettonica e idrogeologica del sottosuolo interessato dalla discarica e suoi ampliamenti, tenendo conto anche della presenza di intervalli sabbiosi, intercettati anche nei sondaggi eseguiti, in particolare nel sondaggio S70) e la risposta della società Belvedere S.p.A., che dal punto di vista geologico confermava semplicemente quanto già noto in relazione alla permeabilità delle porzioni più superficiali dei terreni presenti attraverso l’esecuzione di prove di tipo slug test in corrispondenza dei piezometri preesistenti, senza ulteriori e più approfondite indagini, si ribadisce la complessiva inadeguatezza del sito di Legoli allo stoccaggio di rifiuti di qualsiasi tipo.
Comitato Emergenze Ambientali – Legoli
Movimento Tutela Ambiente e Territorio – Montefoscoli
Comitato Tutela Ambientale Alta Valdera – Peccioli